Tenet

di Christopher Nolan (2020)

sceneggiatura: Christopher Nolan
durata: 150’
produzione: USA / UK
cast: John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, etc
fotografia: Hoyte van Hoytema
musica: Ludwig Göransson

Paradossale. E se di paradosso si tratta, viene chiamato in causa sia quello denominato “del nonno” teorizzato da Barjavel sia quello dei produttori che affidarono a Nolan il compito di risollevare il destino del cinema nelle sale dopo la pandemia Covid. Il risultato è stato dispettosamente generoso: il film è andato decisamente bene, Oscar per gli effetti speciali, etc e soprattutto Nolan ha dato libero sfogo al suo modo cerebrale di usare la macchina cinematografica per trasformare in materia visiva quello che elecubrazioni intellettualmente più nette non riescono a delineare attraverso il linguaggio verbale. Primi 10 minuti action intensa che può destabilizzare per alcuni dettagli, ma tutto sommato fino a 1 ora e 30 minuti – mantenendo la dovuta concentrazione – tutto è comprensibile. Alla seconda mandata di azione, all’apice del dinamismo dell’ “inversione” però si pone la stessa difficoltà che può avere l’individuo a decifrare chi pronuncia una parola al contrario, ma con l’aggravante della velocità espressiva. E allora un po’ per speranzosa autostima, un po’ per fiducia nella qualità di scrittura dell’autore (ma anche di quanto fino ad allora percepito), così anche per semplice logica deduttiva (partendo dalla coda non c’è bisogno di arrivare alla testa per capire che si tratti di un serpente) si riesce comunque ad andare avanti e godersi l’ottimo spettacolo propostoci. Magari mandando a quel paese l’ostinazione di voler per forza di cose capire tutto…ma proprio tutto alla prima. E magari quindi con l’auto-promessa di una seconda (terza?) visione per mettere insieme i pezzi del puzzle, ma in realtà “da fuori” è tutto chiaro. Non fosse altro per il lungo e certosino lavoro di stesura dello script (5 anni, ma si parla anche di 10 per il primo embrione) che difficilmente avrebbe potuto lasciare adito a qualsiasi incertezza narrativa di non essere accuratamente tarata. A ben vedere non c’è niente fuori posto. Senza millantare QI fasulli o abusare di dietilamide: è solo la mente umana non abbastanza allenata e rapida ad elaborare le informazioni che l’occhio gli trasmette. Non è un caso che a parità di teorizzazioni ‘paradossali’ nei momenti meno frenetici si sembra che la sceneggiatura non presenti buchi o chissà quali drammi cognitivi. Entro i limiti della speculazione filosofica e scientifica, ca van sans dire. Questo a mio avviso il nodo gordiano alla base dell’ormai proverbiale difficoltà fruitiva della pellicola.
Credo si possa sorvolare su qualsiasi elogio spendibile in merito alla qualità tecnica, agevolata anche da un consistente budget (ben sfruttato in tal senso dalla predilezione dell’effettistica reale a scapito della più diffusa in post-produzione). E penso si possa glissare su qualche perplessità in merito al basilare approfondimento psicologico dei personaggi, meri strumentali vettori di rette narrative (non casuale il quasi anominato del protagonista principale chiamato semplicemente “Il Protagonista”). Infine “Tenet” rappresenta un ulteriore alzamento dell’asticella dell’anti-hollywoodianesimo Nolaniano; oltre il sanguinamento delle tempie di “Inception” (al confronto molto più didascalico) e meno scisso di “Memento” (qui non ci sono linee temporali che scorrono in senso inverso, ma tutto è proteso verso un prussiano avanzamento parallelo e osmotico). Forse, dico “forse” resta il dubbio che tanta genialità rischi di assorbire l’odore di un narcisistico esercizio di stile (comunque personale) e la paura intellettiva di quale possa essere a questo punto la prossima mossa/sfida, ma resta comunque l’innegabile certezza di esser di fronte a un film che esattamente come la storia che racconta lascia un indelebile segno nel tempo.

A cura di Luigi Maria Mennella © 2022.


© Articolo di Luigi Maria Mennella. Deposito n° 185853 presso il Patamu Registry. Tutti i diritti riservati.
© Immagini (utilizzate ai soli fini di divulgazione culturale senza scopo di lucro) dei rispettivi autori, ai sensi dell’art.70 comma 1 bis, art. 70 cit.

Se hai apprezzato questo articolo, sostienimi. Grazie.
         

post precedente

Pacific rim

post successivo

La casa delle bambole – Ghostland

Translate »