Stuck

di Stuart Gordon (2007)

durata: 85’
produzione: Canda/UK/USA
cast: Mena Suvari, Stephen Rea, Russel Hornsby, Rukiya Bernard, etc.
sceneggiatura: John Strysik, Stuart Gordon
fotografia: Denis Maloney
musica: Bobby Johnston

Dignitoso commiato nel lungometraggio di Gordon, nonostante l’evidente limite di budget che tuttavia non inficia la resa dello script, tanto meno la convincente performance dei protagonisti. Lasciati da parte gli abituali riferimenti lovercraftiani (salvo che nel nome della cittadina d’ambientazione, Providence), il regista punta tutto sul contrasto etico tra i due personaggi principali. Da un lato l’ambigua pubblica salvatrice di vite [Mena Suvari], infermiera che non ottempera al suo dovere nel privato. Tra parentesi una Suvari in insolito look afro, per romantica compiacenza del fidanzato spacciatore di colore, certo, ma anche per conformità con la protagonista della vicenda reale di cronaca a cui il film è ispirato (e non sono ovviamente mancate le accuse di whitewashing). Dall’altro un povero Cristo [Stephen Rea, perfettamente a suo agio in un ruolo scomodo anche fisicamente] che caduto in disgrazia non dimentica fino alla fine e a dispetto delle ingiustizie subite valori umani e civili. Il contorno attoriale pseudocaratterista serve a preservare e bilanciare i momenti più sardonici, così come non mancano le sferzate politico-satiriche o il grottesco che si affaccia di tanto in tanto su un palcoscenico dove il grand guignol la fa da padrone e s’ingegna per creare nuova tensione nello spettatore. Forse proprio questa reiterazione del thrilling incurante delle lancette dell’orologio può esser considerato l’unico neo evidente di un film che tuttavia riesce perfettamente nel proprio intento di rappresentazione del malsano che alberga nella provincia, ma soprattutto nell’urgenza del bisogno che può affacciarsi nella vita di qualsiasi persona. Se l’occhio non inganna, cammeo dello stesso Gordon come inquilino maltrattato dalla protagonista durante una scenata di gelosia. Commento musicale andante e delicato, quasi cantabile e per contrasto efficace pendant alla componente splatter che pertiene alla pellicola.

A cura di Luigi Maria Mennella © 2024.


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