Starry Eyes

di Kevin Kolsch e Dennis Widmyer (2014)

durata: 100’
produzione: Belgio / USA
cast: Alex Essoe, Noah Segan, Louis Dezseran, Maria Olsen, Fabianne Therese, etc.
sceneggiatura: Dennis Widmyer
fotografia: Adam Bricker
musica: Jonathan Snipes

Il mito di Faust in chiave contemporanea con ammiccamenti al favoritismo cineastico legato ai percorsi (pseudo) esoterici della New Hollywood, così come allo storicamente onnipresente casting couch settoriale. Buona prova autolesionistica -scenica, ovviamente- della Essoe, sorta di longilinea rincarnazione di Jessica Harper. Film fortemente anticipatorio per alcune scelte visive citate da pellicole di maggior successo di qualche anno dopo: dalle riprese sotto le lenzuola del bellissimo esordio della Ducornau (“Raw”) al fagocitante iperbolismo refniano del successo a tutti i costi con tutte le derive cruente e allucinogene (cfr. “The Neon Demon”); e un palese omaggio tanto all’imprescindibile paradigma condominiale polanskiano (ma fortunatamente ci viene risparmiata la trita iconografia caprina) quanto alla mutazione / corruzione carnale di Cronenberg. Così come la deriva slasher finale, ottantiana anche la colonna sonora di Jonathan Snipes, superba per scelte strumentali/timbriche (siamo rigorosamente nel regime analogico Sequential Circuit, Oberheim, Linn, etc) e melodiche, con un’estetica nostalgica transalpina che non disdegna virate a ovest nei confini sequenziali moroderiani.

A cura di Luigi Maria Mennella © 2024.


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