Squadra antiscippo

Primo film di una fortunata serie diretta da Bruno Corbucci che inaugura il personaggio di Nico Giraldi (ex-delinquente convertito alle forze dell’ordine, ma con tutti i vantaggi strategici della provenienza) e ha la peculiarità di aver introdotto maggior leggerezza e ilarità nel genere più drammatico e serioso del poliziesco in voga in quegli anni. L’umorismo talvolta rasenta la farsa, con i consueti scivoloni omofobi del periodo o i celebri giochi di parole (rime o manierismi scurrili), ma senza esagerare come in altra produzione del genere. E in linea di massima è ben equilibrato in un contesto narrativo dove lo script -al contrario di quanto avverrà negli episodi successivi- è ancora oggetto di cura e non mero collante di gag dell’istrionico personaggio. Ottimi gli inseguimenti in moto (memorabile l’arrampicata per la tromba delle scale), meno quelli in auto (con ben visibile ad es.il baffuto stunt driver in sostituzione del glabro Palance). Piacevolmente due spanne sotto la pacchianata le scazzottate, al di là dei foley di repertorio: tutto suggella uno studiato bilanciamento nella messa in scena che negli episodi successivi si sarebbe diluito, ma ci riporta un studio caratteriale – come di consueto per Milian – notevole sia sotto il profilo psicologico-comportamentale che nell’ormai iconico look. Jack Palance interpreta quello che meglio sa fare, donando un quid di interzionalità alla pellicola. Il commento sonoro dei fratelli De Angelis – che contribuisce a partire dal loro tipico utilizzo percussivo esotico a sdrammatizzare le atmosfere tensionali – si caratterizza per una bizzarra coloritura folcloristico-sicula nel tema principale, gradevole nell’impatto della sigla, ma snervante quanto viene ciclicamente reiterata nei molteplici inseguimenti. Complessivamente un film che è stato in grado nel tempo di emanciparsi da tutti i pregiudizi della settorialità di appartenenza.