Out of time

Godibile detective movie, tra thriller e neo-noir (quando non stemperato dalle sonorità latine di alcuni momenti della colonna sonora) che compensa episodiche forzature di script e improbabili risvolti con un ritmo e susseguirsi di vicende talvolta dignitosamente ansiogeni, altre genuinamente divertenti. La vertiginosa scena della lotta sul terrazzino dell’albergo gareggia perfettamente in termini di verosimiglianza con quella sulla grondaia del “Domino” depalmiano (ARTICOLO QUI) -analogamente alla capacità del protagonista Matt di sfuggire all’identificazione di tutti i testimoni- così come il prologo piccante da coppia annoiata e il finale salva-famiglia repubblicano non brillano certo per originalità. Tuttavia, per quanto incline a un certo parossismo talvolta ‘disinnescante’, nel complesso il film scorre piacevolmente, riuscendo a beneficiare dell’interpretazione abbastanza convincente del cast principale: Washington (Matthias Lee Whitlock, capo della polizia locale), fulcro dell’azione e spasmodicamente diviso tra ruolo di vittima e salvatore, il memorabile collega/amico per la pelle [John Billingsley], spalla comica nel tessuto narrativo, e ovviamente una prevedibilmente sensuale compagine femminile [Eva Mendes/(ex)moglie e scomoda collega e Sanaa Lethan/femme fatale dell’intera vicenda, decisamente meglio caratterizzata dell’ultima che accompagnò Washington nel precedente noir de facto “Il Diavolo in Blu” / ARTICOLO QUI].