La casa del sorriso

di Marco Ferreri (1991)

durata: 110’
produzione: Italia
cast: Ingrid Thulin, Dado Ruspoli, Enzo Cannavale, Maria Mercader, Lucia Vasini, etc
sceneggiatura: Marco Ferreri, Liliane Betti, Antonino Marino
fotografia: Franco Di Giacomo
musica: Bruno Guarnera

Forse marginale nella spesso forzata polarizzazione qualitativa della produzione ferreriana, forse bistrattato per la scarsa preponderanza politica dell’argomento approfondito, ma questa pellicola in realtà tratta con l’agrodolcezza che contraddistingueva la sua scrittura un tabù non da poco: quello dell’amore nella terza età; scevro da qualsiasi limitazione fisica ca va sans dire. La Thulin (Adelina), musa bergmaniana nel suo commiato al cinema prima del ritorno alle radici teatrali è semplicemente vitale oltre il tempo. Che poi questo si traduca in desiderio sessuale da parte tanto dall’aristocratico (de facto) Andrea [Dado Ruspoli / recitazione sopra le righe, ma già fattosi notare nel terzo capitolo de Il Padrino nonché dandy che ispirò Fellini per “La Dolce Vita”] quanto dal più ruspante e rancoroso Cannavale ha poca rivelanza: ciò che il regista rivendica, ancora una volta, è l’umano diritto alla libertà di agire fuori dai condizionamenti sociali. Siano essi gli onanistici istinti repressori degli anziani omologati al pensiero comune quanto la paradossale arretratezza dei giovani nel pieno della propria affermazione egotista. Assolutamente iconici la trombaroulotte-anguria o la protesi dentale provvisoria da vampiro indossata con disinvoltura dalla protagonista. Il parallelismo con una sezione dell’ospizio abitata e gestita (fatta eccezione per lo “Stregone Bianco”) solo da gente di colore rende il quadro di estraniazione dalla realtà dei cosiddetti esercenti il diritto alla vita ancor più straziante. Invero alla fine c’è chi come Andrea esaurisce il proprio fuoco di paglia reintegrandosi e chi (Adelina) mossa da altruismo forse non tanto disinteressato abbraccia l’avventura prima che la patente scada; ricordandoci che la vita alla fine ovunque conduca troverà sempre un bivio prima del cammino finale.

A cura di Luigi Maria Mennella © 2023.


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