Jade

di William Friedkin (1995)

durata: 100’
produzione: USA
cast: David Caruso, Linda Fiorentino, Chazz Palminteri, Richard Crenna, Angie Everheart, etc
sceneggiatura: Joe Eszterhas, William Friedkin (non accreditato)
fotografia: Andrzej Bartkowiak
musica: James Horner

Si potrebbe semplicemente dire: lo stile che fa differenza nel genere. Pur essendo di fatto una pellicola che rientra nei cliché del thriller erotico (è cosa trita che lo sceneggiatore Joe Eszterhas sia lo stesso di “Basic Instinct”), sono molteplici i fattori che palesano subito lo stacco qualitativo del film rispetto a tante produzioni simili. Saltano aIl’occhio il gusto per le inquadrature personali asservite alla profondità di dettaglio del poliziesco (tra l’altro splendidamente fotografate da Bartkowiak, abituale collaboratore di Lumet), l’ormai proverbiale capacità di girare scene di inseguimento efficaci a prescindere dalla posizione della freccia sul tachimetro (es. la devastazione di una cerimonia a Chinatown) o il crudo realismo quasi documentaristico (dal duplice investimento della statuaria Angie Everhart al quasi subliminale rinvenimento del cadavere dell’ultimo testimone/guardone). E’ funzionale invece la scelta del cast, da Caruso il cui ruolo ricorrente lo porterà ormai a dormire con il distintivo, a Palmintieri meno mafioso ma comunque con la coscienza sporca, passando per la sensuale ma non volgare Linda Fiorentino. Cammeo della sopraccitata supermodella Everhart a solleticare il testosterone (che però a dispetto dei VM18  non esploderà come nell’altro script di Eszterhas dello stesso anno/“Showgirls”) e Victor Wong [l’omonimo losco consulente per le indagini sulla scatola d’argento contenenti gli ancor più loschi peli pubici]. Non ultimo Richard Crenna, a completare il quadro di malapolitica che non ci fa mancare neanche i soliti casi di poliziotti corrotti…MA già dall’apertura hitchcockiana -per dettagli e incalzante commento sonoro, seppur più esoticizzato si comprende che non è il solito film di genere; e il twist finale con chiusura secca su battuta confermano le ottime impressioni su un regista di cui purtroppo si sente (e dovremo rassegnarci) la mancanza sul set da troppo tempo.

A cura di Luigi Maria Mennella © 2023.


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