durata: 113’
produzione: USA
cast: Alexander Skarsgård, Millie Bobby Brown, Rebecca Hall, Brian Tyree Henry, Kyle Chandler, etc
sceneggiatura: Eric Pearson, Max Borenstein
fotografia: Ben Seresin
musica: Tom Holkenborg
Titanico. Per uno come il sottoscritto che da anni cerca di capire l’alchemico segreto alla base di coloro che esultano per gente in mutande che corre dietro una palla, questo film è stata una piacevole esperienza di genuino tifo. Il punto è: per chi? Diviene evidente fin da subito (non fosse altro che per il ricordo dei capitoli del franchise “MonsterVerse” precedenti) piuttosto contro chi. Ed ecco che al tardo indomani del capostipite del ’62 (“Il trionfo di King Kong”) firmato da Honda e già ai tempi scottante messa in scena di una contrapposizione neanche tanto celata tra occidente/atomica e oriente/natura non si può che non apprezzare la soluzione in media res qui mostrata: il vero nemico è l’uomo. Superba creatura la cui sete di egemonia lo conduce a concepire l’alternativa ecosistemica di un gigantesco mecha capace di tener testa a chi già sorvegliava gratuitamente l’incolumità dei terrestri. Certo, confesso che sia stata tanta la titubanza iniziale dettata dal quel “vs” ricamato dal marketing, a partire dalla palese superiorità del lucertolone, ma poi -come in passato- si sono aggiustate le altezze, lavorato sull’agilità, qui aggiunto armi e alla fine tutto acquisisce equilibrio. E l’esperienza visiva (nonché sonora, complice un pulsante sound design quasi organico) è divenuta assolutamente qualcosa di penetrante. E’ superfluo ricordare che qui non sono in gioco script sofisticati, dialoghi brechtiani o ricerca visiva (efficace lavoro VFX a parte). L’approfondimento dei personaggi umani prosegue indenne sulla scia precedentemente tracciata della vacuità (teniamo sempre a mente chi siano i reali protagonisti di questo film), ma nell’attuazione di quelle che sono le aspettative blockbusteriane -collimbabile con qualsiasi esigenza intellettuale di riposo domenicale- ci troviamo di fronte a un autentico scontro epico tra ‘monstri’; nella più latina delle accezioni. Adeguatamente suntuosa e vagamente retrò la colonna sonora di stampo sinfonico con preponderanza di ottoni composta da Holkenborg, perfettamente capace di svincolarsi dall’ambito elettronico dove è meglio noto come Junkie XL. In conclusione il film soddisfa pienamente tutte le aspettative autonomamente prefissate o titillate dai media, con il plausibile risultato di farmi sentire dopo anni e senza preoccupanti referti neurologici nuovamente pervaso da pascoliana fanciullezza.
A cura di Luigi Maria Mennella © 2023.
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