durata: 91’
produzione: Regno Unito
cast: Kelly Reilly, Michael Fassbender, Jack O’Connell
sceneggiatura: James Watkins
fotografia: Christopher Ross
musica: David Julyan
Sorta di cinica analisi dell’apologia alla base dell’innocenza istituzionalizzata, questo film che accarezza “Funny Games” e “Un tranquillo weekend di paura” nella parte iniziale e sul finale rischia di diventare (ma sarà l’affettività materna da maestra della protagonista a impedirlo) un “I spit on your grave” versione teenager, stupisce per i risvolti annichilenti; in barba alle più consuete attitudini all’happy ending. La performance di Fassbender resta prettamente funzionale (e per metà del tempo relegata a un ruolo passionale finalizzato a drammatizzare il distacco), ma la Reilly offre una convincente prova attoriale nonostante il personaggio trabocchi ogni tanto di forza d’animo e intraprendenza (un pochino troppa, a meno che abbia seguito un corso di sopravvivenza…). La compagine dei minori – tra cui abbiamo un cammeo di uno sfortunato Thomas Turgoose (peculiare volto noto da “This is England”) – assolve al proprio ruolo di estremizzazione dell’antipatia. Anti-patia che nella sua valenza più intrinseca dipinge quindi perfettamente il proprio distacco empatico nel crescendo delle proprie bravate, giunte ormai oltre un punto di non ritorno ed evidenziano il totale disincanto e analfabetismo morale di una generazione abbandonata alle proprie sperimentazioni sociali in un clima di totale impunità (“sono solo bambini” è un po’ il ‘leit’motiv dialogico del film). In un avvincente crescendo di tensione e frustrazione per lo spettatore tutto trova dunque un degno epilogo in un finale che spiazza e fa piazza pulita di qualsiasi benevola giustificazione e ormai residuale ottimismo: l’emblematico mezzo sorriso allo specchio del teppistello [Brett/un giovane Jack O’Connell spacciato per adolescente] sfuggito alle proprie responsabilità, lavate con il sangue altrui e che indossa gli occhiali di un uomo torturato da vivo e vilipeso da morto infliggono l’ultimo, letale colpo di taglierino. Taglierino: perché un pugnale è roba da adulti…
A cura di Luigi Maria Mennella © 2023.
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