durata: 88’
produzione: USA
cast: Jason Statham, Amy Smart, Jose Pablo Cantillo, Dwight Yoakam, Efren Ramirez
sceneggiatura: Mark Neveldine e Brian Taylor
fotografia: Adam Biddle
musica: Paul Haslinger (+autori vari)
Sorta di black comedy – volontaria nell’attinenza allo stringato copione, involontaria quando sfiora il trash (perfettamente raggiunto nel sequel – ARTICOLO QUI) in odore di misoginia o xenofobia caricaturale – sviluppata con il ritmo di un action movie dal ritmo frenetico quanto l’adrenalina chiamata in causa. Le frequenti riprese su pattini in linea ci consegnano movimenti di macchina fluidi. Il montaggio, a metà tra videoclip (stop-and-go, repentine accelerazioni/zoomate, etc) e videogame (mappe-percorso o scritte in sovraimpressione, etc) fanno il resto; raggiungendo velocità talvolta estenuanti; ma dopo una ventina di minuti ci si abitua. Commento sonoro dell’ex Tangerine Dream Haslinger (affiancato da brani di Quiet Riot, NOFX, Refused, etc.) incalzante, qualche gag simpatica (es.fuga in camice ospedaliero sulle note di “Everybody’s talking” di Nilsson o il parossismo degli espedienti per mantenere il livello adrenalinico alto), altre degne di Porky’s (es. sesso in pubblico con folla incitante), protagonista femminile assolutamente stereotipata, cattivi decisamente inefficaci. Statham come sempre non si fa certo apprezzare per una caratura attoriale brechtiana, ma riesce perfettamente nel suo peculiare ruolo di caratterista in primo piano, testosteronico, impetuoso, autoironico e apprezzabilmente temerario quanto basta da girare gli stunt anche più rischiosi, riducendo al minimo sindacale l’uso di green screen fino al culmine nelle riprese a cielo libero delle scene finali dell’elicottero o caduta libera. Cammeo dello scomparso Chester Bennington (Linkin Park) nel ruolo di un cliente di farmacia che dà una dritta a Chev sull’epinefrina presente negli spray nasali. Complessivamente guardabile, a tratti anche divertente, ma con un indefinito retrogusto di frullato fatto con il minipimer rubato a Guy Ritchie.
A cura di Luigi Maria Mennella © 2023.
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