Chi protegge il testimone

di Ridley Scott (1987)

titolo originale: “Someone to watch over me”
durata: 102’
produzione: USA
cast: Tom Berenger, Mimi Rogers, Lorrain Bracco, Andreas Katsulas, Jerry Orbach, etc.
sceneggiatura: Howard Franklin
fotografia: Steven Poster
musica: Michael Kamen

In odore di poliziesco (meglio ottemperato con il successivo “Black Rain”) e non insensibile al thrilling e alla fotografia del collega/quasi coetaneo De Palma, Scott produce -anche ‘esecutivamente’- una pellicola ambivalente. Da un lato il film risente dei triti stereotipi dei generi a cui attinge [dal mood persecutorio del villain dai tratti primitivi Katsulas alla dicotomia classista: musica colta/trasmissione sportiva] pur garantendo una scorrevolezza di scrittura certo non illuminata, ma neanche deprecabile. Dall’altro nel suo non aggiungere niente di nuovo, ma concentrarsi su e conformarsi a un registro espressivo consolidato garantisce un lavoro dignitoso, seppur non memorabile. E a poco serve l’infrastruttura di una già solida mestieranza registica, sorta di firma involontaria in un lavoro a rischio di anonimato. Berenger poliziotto un po’ immaturo dallo sguardo spaesato e annoiato dai ritmi familiari subisce il richiamo esotico di un jet set di cui si fa intermediario fascinatorio una Rogers ancora distante dalla procacità playmate di qualche anno dopo, ma pur sempre sensuale; quanto più nel contrasto comparativo con la moglie-maschiaccio riparatrice di radiatori, interpretata dalla Bracco. Dopo un incipit di genuinità proletaria dove sono profusi -certo con innocenza, ma esagerazione- baci sulle labbra e palmeggiamenti di chiappe senza distinzione di sesso o di parentela, le prime algide osculazioni in un ricevimento altoborghese sanciscono l’ingresso del protagonista in un contesto sociale tanto distaccato, quanto invischiante; al punto da stravolgere e alla lunga porre in discussione i valori della famiglia. Ma il finale, terribilmente conservatore, che assurge a circoncisione romantica sancisce definitivamente quanto profetizzato nell’intimità domestica iniziale, ai danni e disfatta di una femme che deve fare i conti con un’insufficiente fatalità.

A cura di Luigi Maria Mennella © 2024.


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