Cell

di Tod Williams (2016)

durata: 98’
produzione: USA
cast: John Cusack, Samuel L.Jackson, Isabelle Fuhrman, Stacy Keach, Owen Teague, etc
sceneggiatura: Stephen King, Adam Alleca
fotografia: Michael Simmonds
musica: Marcelo Zarvos

Confermando la scarsa dimestichezza nell’adattamento dei propri lavori (senza contare un 50% di registi che hanno fallito in tal senso), il prolifico re del brivido aiuta Williams – subentrato a un defezionato Eli Roth – a mettere in scena questa ennesima variazione (pre)apocalittica sul tema zombie. Se da un lato di King resta apprezzabile la denuncia anti-consumistica e la cruenta satira contro l’abuso dei cellulari (oggi abbiamo gli smombies / qui abbiamo i “cellulati” o “telepazzi”), dialoghi e sviluppo narrativo galleggiano spesso su un fiume di noia destinato a sfociare in un finale tanto prevedibile quanto confuso. Soprattutto se messo a confronto con il testo originale. Il comparto attoriale, fatta eccezione per Samuel L.Jackson, aggrava la situazione: a partire da un Cusack a dir poco inebetito e l’eternamente fanciullesca e qui poco incisiva ex-Orphan Isabelle Fuhrman. Cammeo di Mike Hammer al secolo Stacy Keach nel ruolo del preside di un accademia rimasta praticamente disabitata dopo le ultime telefonate… Incipit del film indubbiamente pirotecnico, ma destinato a esaurirsi tra situazioni stereotipate e conseguente totale assenza di tensione emotiva. Salvabile solo il lavoro di sound design, con alcune intuizioni efficaci e qualche sinistra scelta di fotografia (l’inizio a percezione ritardata dell’intrusione nel pub o le riprese sulfuree di babeliche antenne di ripetitori), ma si arriva alla fine più per curiosità che per coinvolgimento.

A cura di Luigi Maria Mennella © 2023.


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