Ant-Man + Ant-Man and The Wasp

di Peyton Reed (2015/2018)

durata: 117’/118′
produzione: USA
cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michael Douglas, Corey Stoll, Michael Pena, Michelle Pfeiffer, Laurence Fishburne, etc
sceneggiatura: vari
fotografia: Russell Carpenter/Dante Spinotti
musica: Christophe Beck

Serenamente fruibile come film unico (non a caso il secondo inizia con una sorta di sunto del primo), la trasposizione di Reed del personaggio marveliano nato nei primi anni 60 è semplicemente divertente. Ma quel tipo di divertimento che non ha bisogno degli eccessi galvanici di una spavalda giornata operativa Avengers; gruppo in cui entrerà come uno dei membri fondatori e qui solo citati in un episodio-scontro con Falcon (n.b. altro ‘pregiudicato’ redento e primo supereroe afroamericano Marvel). E tantomeno ha bisogno del cinismo iconoclasta e ‘piccante’ di un Deadpool. Si gioca piuttosto su un umorismo dosato, ma sempre efficacemente intelligente che talvolta non necessita di parole; il tutto con una genuinità tale che alla fine dei conti paradossalmente il supereroismo diviene l’unico elemento distrattivo che riporta lo spettatore alla “realtà”. Rinunciano alla grandeur epica di altri personaggi/film Marvel, la parte action – anche per ovvi motivi – si concetra in mondi miniaturizzati (dove purtroppo la buona CGI, pur funzionale, proprio con gli insetti non raggiunge vette di perfezione) o quantistici, con piacevoli risultati visivi di sapore lisergico. Azione più pirotecnica nel primo film, nel secondo diviene più controllata e viene introdotto dal comparto VFX il gigantismo possibile del personaggio, che a momenti porta alla memoria lo storico Ultraman, così come quello – sempre comodamente reversibile – dei mezzi di trasporto (proseguendo la felice intuizione del trenino Thomas defenestrato alla fine del primo film). O addirittura dello stesso laboratorio clandestino di Pym [Michael Douglas e prima incarnazione storica del personaggio di Ant-Man], in simpatica versione trolley. Nonostante quello che è in gioco non sia esattamente un partita di Risiko, rispetto ad altri film Marvel si avverte la mancanza di una reale minaccia per l’umanità, colpa forse la scarsa consistenza della fazione ‘cattivi’: un fiacco villain/Calabrone [Corey Stoll], un commissario ossessivo, ma non troppo, una FBI costantemente ingerente, ma sempre in ritardo con un quasi anonimo membro corrotto, un trafficante di componenti tecnologici che si ricorda solo per la dentatura e non ultima una disgraziata – Ava Starr [Hannah John-Kamen] – che soffre di instabilità molecolare e intralcia le operazioni nel tentativo di salvarsi…. Meglio definiti indubbiamente i personaggi positivi, dal protagonista Scott Lang/Ant-Man [l’attore comico Paul Rudd, con un volto rassicurante da vicino della porta accanto], la sempre incantevole Evangeline Lilly [nei panni di The Wasp], il suddetto inossidabile Douglas, l’esilarante trio delinquenziale di collaboratori di Lang e i fugaci cammei di Michelle Pfeiffer [moglie di Pym scomparsa per 30 anni nel mondo quantico subatomico e precedente ‘Vespa’] e Laurence Fishburne [ex-collega di Pym e mero elemento di raccordo]. La fine ‘drammatica’ post-closing-credits anticipa ovviamente il terzo capitolo da poco uscito in sala. Complessivamente la lunga durata (2 ore ca cad) dei due film è adeguatamente sostenuta da un buon girato che fa sorvolare su alcuni stereotipi di scrittura, simpatici spunti animalisti alternativi (es. la possibile alleanza con le formiche, la dipartita di Ant-thony…) e riferimenti scientifici finalmente dotati di una rassicurante fruibilità “for dummies”.

A cura di Luigi Maria Mennella © 2023.


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